Bandiera gialla. Le epidemie e le cure nella storia, nella scienza, nell’arte – Mostra
05.12.2022 - 05.03.2023
Palazzo del Rettorato, Accademia Albertina di Belle Arti





Una grande mostra sulle epidemie in epoca di pandemia. Bandiera gialla. Le epidemie e le cure nella storia, nella scienza, nell’arte, prodotta da UniVerso in collaborazione con l’Accademia Albertina di Belle Arti, il Teatro Regio di Torino e le Teche Rai, è curata da Peppino Ortoleva con il contributo di un comitato scientifico composto da studiosi di un ampio arco di discipline sotto la direzione scientifica della Prorettrice professoressa Giulia Carluccio.

La mostra
Mai come nei periodi di grave crisi che creano sofferenze, disorientamento e perfino cadute nell’irrazionale, la cultura – scientifica storica e umanistica – serve alla società intera. Pochi sono gli strumenti che possono parlare alla comunità nel suo insieme come una grande mostra che sa farsi capire da persone di livelli di preparazione anche molto diversi offrendo sapere, ponendo interrogativi, suggerendo spunti di riflessione. Aprendo anche, su un fenomeno che ci tocca tutti così da vicino, una prospettiva che risulta sorprendente.
Bandiera gialla unisce un itinerario storico, centrato soprattutto sul periodo che va dalla “peste nera” del Trecento resa celebre da Giovanni Boccaccio fino ai tre anni di CoViD-19, con un’attenta e aggiornata analisi scientifica delle malattie, della loro diffusione, delle cure che la medicina è riuscita a sviluppare.
Ampio spazio è dato anche all’espressione artistica, lasciando alla pittura, alle arti plastiche, alla narrazione letteraria il compito di farci capire che cosa ha voluto e vuol dire vivere in tempo di epidemia. Senza dimenticare la musica: sarà una sorpresa per molti scoprire in entrata una Cantata per la fine del colera di una grande compositrice, Fanny Mendelssohn Hensel.
Il contributo delle Teche RAI e altri materiali di archivio permettono di seguire gli sviluppi della recente pandemia, di riconoscere le battaglie del personale sanitario in prima linea in Italia come in Asia e altrove, e di tornare con immagini sempre attuali alla “spagnola” del 1918-19, al colera di Napoli del 1973, al dramma dell’AIDS tra l’Africa e l’occidente.
Nell’allestimento curato da Diego Giachello con le scenografie ideate da Claudia Boasso, spicca una replica a grandezza naturale della colonna infame di Milano, eretta in origine per additare all’odio pubblico i presunti “untori”, oggi ricostruita per ammonirci invece sulla follia del pregiudizio e sulle tragedie di chi ne fu ed è vittima.
La bandiera gialla
La bandiera gialla è, dal XVII secolo, il segnale internazionalmente riconosciuto delle malattie contagiose. Impostosi dapprima nelle marinerie di molti paesi è poi diventato noto anche alla popolazione di terra ed è associato in particolare a quella forma di prevenzione antica – ma tuttora largamente usata – che è la quarantena.
Il prologo. La colonna infame – Cortile del Rettorato
Alessandro Manzoni intitolò Storia della colonna infame il suo straordinario breve testo che, originariamente parte dei Promessi sposi, venne poi pubblicato come opera autonoma, dedicata alla peste di Milano.
Fin dalla scelta del titolo, Manzoni da una parte sottolinea l’assurdità della diceria per cui la peste sarebbe stata volutamente disseminata da persone in realtà innocenti (gli untori) denunciando l’orrore dei metodi usati per strappare loro false confessioni, dall’altro rievoca quel monumento alla falsità e all’ingiustizia ricordandolo anche dopo la sua distruzione avvenuta nel 1778.
La ricostruzione della colonna, posizionata nel cortile del Rettorato, vuol essere un monito (all’opposto del suo scopo originario) a riconoscere la fallibilità umana, a ricordare e onorare quegli innocenti che furono condannati sulla base di dicerie, di voci cospirazionistiche, di sistemi giuridici che ignoravano i diritti dell’umanità.
Oltre alla riproduzione della colonna, si può approfondire la vicenda degli sventurati “untori” Gian Giacomo Mora e Guglielmo Piazza, si trova spiegazione del significato dello strano simbolo sferico che sormonta la colonna, ci si confronta con grandi opere letterarie che proprio alla colonna infame hanno fatto riferimento.
Il percorso espositivo – Rotonda di Talucchi, Accademia Albertina di Belle Arti
La mostra Bandiera gialla prosegue, dopo il prologo, all’Accademia Albertina dove un primo spazio introduttivo posto nella Rotonda di Talucchi accoglie i visitatori dando spazio anche alla musica e a opere d’arte originali appositamente realizzate. Nelle sale dell’ipogeo della Rotonda si sviluppa poi il percorso di visita.
Il salone centrale è dedicato alla coesistenza tra esseri umani, animali, forme di vita microbiche (batteri e virus), ai vettori che portano gli agenti patogeni dagli animali agli esseri umani e al contagio, cioè alla trasmissione diretta tra gli umani.
Lo spazio ospita la ricostruzione scenografica di un mercato “globale”, con alcuni elementi che rievocano un riconoscibile mercato italiano e altri propri di un wet market asiatico o africano.
Sala 1
La prima stanza è dedicata alla pandemia da Sars Cov 2, illustrata attraverso video di montaggio di materiali delle Teche RAI e documenti che indagano le cause della pandemia, la diffusione internazionale del morbo, le tappe della sua diffusione in Italia e le conseguenze sulla vita sociale ed economica nonché i fenomeni socio-culturali che hanno accompagnato questi anni.

Sala 2
La seconda stanza è centrata sul periodo dal XIV al XIX secolo. Anche attraverso due grandi timeline è possibile ripercorrere da una parte i grandi cicli epidemici europei a partire dal Trecento fino a fine Ottocento, dall’altra la storia globale delle epidemie per poter così leggere nel loro contesto i molti documenti esposti.

Sala 3
La terza stanza è dedicata alle arti e al modo in cui hanno narrato le epidemie attraverso la rappresentazione della vulnerabilità umana, dello sconvolgimento delle abitudini di vita, della ricerca di senso in momenti in cui sembra regnare l’assurdo, delle forme di azione collettiva, civile e religiosa.
Accanto all’esposizione degli originali di importanti opere d’arte quali due grandi quadri di Giovanni Battista Della Rovere e la piccola e impressionante composizione ceroplastica del celebre Gaetano Zumbo, la stanza offre anche un’esperienza sonora attraverso le letture di testi poetici e letterari dall’antichità classica (Tucidide, Lucrezio, Seneca) fino al romanzo novecentesco (Camus, Garcia Marquez).

Sala 4
La quarta stanza riprende la ricostruzione storica concentrandosi soprattutto, attraverso fotografie e documenti audiovisivi, sull’ultimo secolo: dalla “spagnola” del 1918-19 fino alle influenze più o meno gravi che hanno preceduto il Sars Cov 2, dalle ultime ondate di colera, all’HIV e ai mali diffusi soprattutto in Africa come l’ebola.

Sala 5
La quinta stanza è dedicata invece alla lotta contro le epidemie fin da tempi antichi, alla spiegazione delle basi scientifiche dell’efficacia di alcune cure e ai motivi per cui, in altri casi, non sono state trovate cure efficaci.
Sono illustrate alcune invenzioni soprattutto veneziane dell’età del Rinascimento, come i lazzaretti, la quarantena, le “fedi di sanità” veri e propri documenti di identità e di buona salute che i viaggiatori portavano con sé. E la bandiera gialla.

Sala 6
La sesta stanza è dedicata ancora alle cure e in particolare ai vaccini, al loro sviluppo, alla loro sperimentazione e alle ostilità che hanno suscitato. La narrazione di questa stanza è centrata da un lato sull’esposizione di oggetti che illustrano l’evoluzione della vaccinazione e delle terapie, dall’altra su documenti, pubblici e privati, che segnano i passaggi principali della storia di questi importanti rimedi.

Sala 7
La settima e ultima stanza chiude il cerchio della narrazione, tornando al Sars Cov 2 e alla cronaca della battaglia contro questo male, dal suo primo emergere fino alla fase in corso.

L’idea
“Con la mostra Bandiera gialla. Le epidemie e le cure nella storia, nella scienza, nell’arte, curata da Peppino Ortoleva, l’Università di Torino raccoglie una sfida importante e inedita nella forma: quella di proporre un approfondimento rigoroso sulla storia delle pandemie attraverso la forza e l’impatto di un percorso espositivo ampiamente interdisciplinare, rivolto a un pubblico che non coincide con la sola comunità accademica, ma si apre alla cittadinanza tutta.
Una sfida impegnativa e consistente, sul piano scientifico, culturale e sociale, che il nostro Ateneo, in epoca ancora pandemica, mette in atto nel contesto di una politica di public engagement sempre più articolata e innovativa. Una politica che, nell’ambito del programma UniVerso, l’osservatorio culturale dell’Ateneo, inaugurato nel 2021, si esprime anche attraverso la produzione di format originali e non consueti, mettendo a disposizione della società le competenze scientifiche e gli esiti della ricerca più avanzata che l’Università di Torino può vantare in riferimento ad un ampio ventaglio di saperi e discipline.
La produzione di una grande mostra, in questo caso, permette di intrecciare arti e scienza in un percorso storico che affronta un tema sensibile, di immediata attualità, unendo una dimensione informativa e, nella più ricca accezione del termine, propedeutica, con le suggestioni di un allestimento scenografico che valorizza le testimonianze letterarie, artistiche e culturali in genere, insieme ai documenti che restituiscono gli sviluppi della scienza e della medicina.
Un percorso che il curatore, insieme a un comitato scientifico interdisciplinare, ha costruito sapendo coniugare il rigore scientifico con il fascino di un’esposizione che non rinuncia alla messa in scena e alla meraviglia, che documenti e oggetti, possono suscitare in una dimensione di mostra, trasmettendo e comunicando quella stessa meraviglia che è alla base di ogni esito e ogni sviluppo della ricerca scientifica.” Giulia Carluccio
Comitato scientifico – Università di Torino
Presidente, Rettore Prof. Stefano Geuna
Direzione Scientifica, Prorettrice Prof.ssa Giulia Carluccio
Membri: Prof. Gianluca Cuniberti, Prof.ssa Barbara Curli, Prof. Giovanni Di Perri, Prof. Marco Galloni, Prof.ssa Chiara Gauna, Prof.ssa Adele Monaci, Prof. Silvano Montaldo, Prof. Enrico Pira, Prof. Sergio Rosati, Prof. Pier Paolo Viazzo, Prof. Alessandro Zennaro
Orari di apertura
Tutti i giorni, sabato e domenica compresi, dalle 10 alle 18
(chiuso 25 dicembre 2022, aperto 1 gennaio e 6 gennaio 2023)