’22 L’ultimo anno di libertà – Lectio di Ezio Mauro

15.10.2022 h. 21:00

Aula Magna della Cavallerizza Reale

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’22 L’ultimo anno di libertà – Lectio di Ezio Mauro

In occasione del centenario della Marcia su Roma, la conferenza di Ezio Mauro dal titolo ’22 L’ultimo anno di libertà apre il programma di appuntamenti “100:1922-2022. Dalla marcia su Roma alla crisi delle democrazie” (15-31 ottobre) organizzato dalla Fondazione Carlo Donat-Cattin come capofila dell’attività realizzata insieme ad altri sei istituti culturali del Polo del ‘900: Fondazione Istituto Piemontese Antonio Gramsci, Fondazione Vera Nocentini, ANCR, Istoreto, Centro studi Piero Gobetti e Fondazione Gaetano Salvemini con la collaborazione dell’Associazione Stampa Subalpina.

Il monologo

“I fascisti spuntarono pochi minuti prima delle due, protetti dal botto dei petardi nelle vie e nei cortili, mentre i balli erano ripresi dopo il brindisi. Da dentro giungevano le note morbide e i versi innocenti di Abat-jour, ma un colpo di pistola nella strada fermò la musica. ‘Aprite, o sarà peggio.’ Con centocinquantun bossoli per terra finiva la prima notte di gennaio e cominciava il 1922 italiano, l’anno del fascismo.” 

Nei mesi bui che conducono alla dissoluzione dello Stato liberale Mussolini, con la sua concezione tragica e spettacolare della vita, incrocia lo spirito del tempo: la politica viene ridotta alla sua dimensione fisica, la ritualità soppianta la cultura. Attorno, un cielo vuoto di stelle spente, in un mondo politico in disfacimento incapace di leggere la società in trasformazione, frastornato dall’eco mondiale della rivoluzione bolscevica e dalla suggestione contagiosa che il mito della Russia irradiava da San Pietroburgo.

Lo Stato liberale italiano sembrava esausto e non lo sapeva, incapace di fronteggiare i nuovi fenomeni sociali e politici, come se non rientrassero più dentro le sue categorie antiche. Il re è solo. Tocca a lui riempire la scena istituzionale, Capo per grazia di Dio e volontà della nazione di uno Stato che si frantuma venendo meno ai suoi impegni costituzionali, e giorno dopo giorno si arrende alla furia fascista che lo incalza per soppiantarlo. Ezio Mauro racconta l’anno decisivo della frattura tra due epoche: dopo la guerra, davanti al potere declinante delle dinastie, c’è in Italia l’impeto crescente, violento, del nuovo movimento fascista. È già un potere?

L’iniziativa

Promuovere e divulgare la storia è senza dubbio una delle missioni fondamentali dell’Università. Attraverso la diffusione delle conoscenze si può contribuire, infatti, alla costruzione di una cittadinanza consapevole e a coltivare la cultura democratica.

Questa collaborazione di UniVerso con il Polo del 900 e la Fondazione Donat-Cattin, insieme alle più qualificate istituzioni culturali del territorio, mostra l’impegno dell’Ateneo nel dar forma ad un network territoriale forte per l’offerta culturale e la rilevanza riconosciuta alle strategie di public engagement. In questa occasione abbiamo puntato sul genere della ‘cronaca della storia’ a firma di un maestro del giornalismo italiano, Ezio Mauro, da tempo impegnato nell’indagine storiografica attraverso gli strumenti della professione giornalistica.

Così, dopo le cronache della Rivoluzione d’Ottobre, la scissione di Livorno del 1921, prende forma oggi anche il racconto della Marcia su Roma e dei suoi protagonisti, a cent’anni dall’evento che ha segnato una tappa emblematica della presa del potere da parte di Benito Mussolini. Ezio Mauro mette dunque in scena un’inchiesta, maturata e scritta con il rigore metodologico che necessariamente si deve alla ricostruzione di fatti storici di tale rilevanza

Giulia Carluccio, Prorettrice dell’Università di Torino e curatrice del programma UniVerso.

In occasione del centenario della Marcia su Roma, la conferenza di Ezio Mauro dal titolo ’22 L’ultimo anno di libertà apre il programma di appuntamenti “100:1922-2022. Dalla marcia su Roma alla crisi delle democrazie”

I protagonisti

Ezio Mauro

Nato a Dronero (Cuneo) il 24 ottobre 1948, ha iniziato la professione di giornalista nel 1972 alla Gazzetta del Popolo di Torino, seguendo, tra l'altro, le vicende legate al terrorismo politico. Nel 1981 inizia a lavorare per La Stampa, a Roma, come inviato di politica interna. Sempre per La Stampa ha svolto servizi e inchieste all'estero, in particolare negli Stati Uniti. Nel 1988 ha iniziato la sua collaborazione con la Repubblica, come corrispondente dall'Urss, con base a Mosca. Per tre anni ha seguito la grande trasformazione di quel Paese nel periodo della Perestrojka viaggiando nelle Repubbliche dell'Unione Sovietica. Il 26 giugno 1990 è tornato a La Stampa come condirettore, per poi assumere la carica di direttore il 6 settembre 1992. Il 6 maggio 1996 è diventato direttore di la Repubblica, ruolo che continuerà a coprire per vent’anni. Nell’ottobre 2009 la Harvard Kennedy School, centro di formazione del personale di governo e la Nieman Foundation for Journalism di Harvard, gli hanno assegnato un encomio in riconoscimento del ruolo svolto da la Repubblica “in un momento di grave pericolo per la libertà di stampa in Italia”. Nel 2011 ha pubblicato con Gustavo Zagrebelsky La felicità della democrazia, edito da Laterza, mentre nel 2015, sempre con Laterza, ha pubblicato Babel, un dialogo sulla democrazia con Zygmunt Bauman. Il 14 gennaio 2016 lascia la direzione di Repubblica con cui collabora come editorialista. Nel 2017 gli sono stati assegnati Il Premiolino, il Premio Cherasco, il Premio Andrea Barbato, il Premio Giovanni Spadolini, e nel 2018 è stato insignito dalla Presidenza francese della Légion d’honneur. Con Feltrinelli ha pubblicato L'anno del ferro e del fuoco: cronache di una rivoluzione (2017), L'uomo bianco (2018), Anime prigioniere: cronache dal Muro di Berlino (2019), Liberi dal male: il virus e l'infezione della democrazia (2020), La dannazione: 1921. La sinistra divisa all'alba del fascismo (2020), e Lo scrittore senza nome. Mosca 1966: processo alla letteratura (2021). Photo ©Giacomo Maestri

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